BREVE PREMESSA:
La gestione dei pazienti cronici rappresenta ad oggi un modello di lavoro integrato
tra specialisti e medici di medicina generale dove lo scambio di informazioni ed il
coordinamento delle diverse figure coinvolte è fondamentale per ottimizzare i risultati
terapeutici ed utilizzare in modo razionale le risorse disponibili.
La prevenzione, priorità indicata dalle linee guida, e la gestione della terapia in pazienti con
plurime problematiche, rendono necessaria la stretta collaborazione tra specialisti in modo
da creare una rete ospedale – territorio in grado di individuare i pazienti a più alto rischio,
di stilare rapidamente un percorso diagnostico condiviso, di instaurare precocemente le
terapie farmacologiche ottimali e di strutturare il follow- up. Nell’incontro con il paziente si
devono mettere in gioco competenze tecniche e relazionali, dirigendo l’attenzione nella
maniera più efficace possibile per aiutare il paziente a prendersi cura di sé e a gestire la
propria malattia in sintonia col team curante. A ciò si aggiunge la complessità della malattia
cronica che richiede al curante, molto più che nelle patologie acute, di relazionarsi anche al
vissuto di malattia. La persona con il diabete è ad alto rischio cardiovascolare: solo
recentemente studi controllati hanno dimostrato la possibilità di prevenire o ridurre
l’incidenza delle complicanze macroangiopatiche con l’impiego di nuove classi di farmaci il
cui utilizzo è però limitato da regole prescrittive non sempre razionali dal punto di vista
clinico. Questi farmaci hanno un meccanismo d’azione per cui non aumentano il rischio
ipoglicemico e questo rappresenta una scelta inderogabile nella terapia del diabete, come
stabilito nelle più recenti linee guida.
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